sabato 11 febbraio 2012

PERDERE LE CATENE DELL'AMORE

"Il fatto è che non ci si accorge mai in tempo di ciò che è importante e ciò che non lo è. Finché l'essere amato t'opprime con le sue pretese, i suoi lacci, ti senti rubato a te stesso e ti sembra che rinunciare per lui a un lavoro o a un viaggio o a un'avventura sia ingiusto; apertamente o in segreto covi mille rancori, sogni di libertà, vagheggi un'esistenza priva d'affetti dentro cui muoverti come un gabbiano che vola nel pulviscolo d'oro. Che supplizio inaudito le catene con cui l'essere amato ti lega impedendoti di alzare le ali, che ricchezza sterminata lo spazio di cui ti chiude con le stesse catene le porte. Però, quando lui non c'è più, e quello spazio si spalanca infinito dinanzi a te, sicché puoi volare nel pulviscolo d'oro a tuo piacimento, GABBIANO SENZA AFFETTI E SENZA LACCI, avverti un vuoto spaventoso. E il lavoro o il viaggio o l'avventura che gli sacrificasti così a malincuore ti appaiono in tutta la loro inutilità, non sai più cosa fartene della libertà riconquistata, come un cane senza padrone, una pecora senza gregge, ti aggiri in quel vuoto piangendo la schiavitù perduta e daresti l'anima per tornare indietro, rivivere le pretese del tuo carceriere."
Oriana Fallaci 
 

1 commento:

Angie Nap ha detto...

L'incapacità di comprendere e vivere la propria libertà, prima e dopo. Come dire "né con te, né senza di te". Rispettarsi reciprocamente nella propria individualità per alcuni è impossibile. Quindi, anche il lutto di una separazione diventa insostenibile, insuperabile e non una nuova opportunità di vita.