lunedì 16 novembre 2009

RIFLESSIONI SULL'AMORE DI PROUST

In amore non può esserci tranquillità, perché il vantaggio conquistato non è che
un nuovo punto di partenza per nuovi desideri.

Non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio ma gradualmente il nostro desiderio cambia.
Non abbiamo saputo superare l'ostacolo come eravamo assolutamente decisi a fare, ma la vita ci ha condotti di là da esso, aggirandolo, e se poi ci volgiamo a guardare il lontano passato riusciamo appena a vederlo, tanto impercettibile è diventato.

I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero.
La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e, nonostante l' illusione di cui vorremmo essere vittime, e, con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere,inganniamo gli altri, noi viviamo soli.

L'uomo è l'essere che non puo' uscire da se', che non conosce gli altri se non in se medesimo, e che, se dice il contrario, mente.



Di tutti i modi di produzione dell’amore, di tutti gli agenti di disseminazione del male sacro, uno dei più efficaci è certo questo gran soffio d’ansia che passa a volte su di noi.
La sorte è segnata, allora: sarà lui, l’essere della cui compagnia godiamo in quell’istante, sarà lui che ameremo. Non c’è nemmeno bisogno che, prima, ci piacesse più di altri, e nemmeno altrettanto.
Occorreva solo che la nostra inclinazione per lui divenisse esclusiva.
E tale condizione si realizza quando - nel momento in cui non ne disponiamo - alla ricerca dei piaceri prodigatici dalla sua grazia si sostituisce bruscamente dentro di noi un bisogno ansioso che ha per oggetto quell’essere medesimo, un bisogno assurdo, che le leggi di questo mondo rendono impossibile soddisfare e difficile guarire - il bisogno insensato e doloroso di possederlo.

Quando amiamo, l'amore, troppo grande per poter essere interamente contenuto dentro di noi, s'irradia verso la persona amata, dove incontra una superficie che l'arresta forzandolo a tornare verso il punto di partenza, ed è questo "urto di ritorno"della nostra stessa tenerezza che noi identifichiamo con i sentimenti dell'altro e che c'incanta più che all'andata, giacchè non lo riconosciamo come proveniente da noi stessi.

Amare è un maleficio come quelli delle fiabe, contro cui non si puo' far niente
finche' l'incantesimo non sia passato.

"I ricordi che abbiamo gli uni degli altri, anche in amore, non coincidono".

"Un ricordo, un dolore, sono mobili. Ci sono giorni in cui fuggono così lontano che a stento li scorgiamo, e li crediamo andati via per sempre".


"Che peccato non avervi incontrata qualche settimana prima!
Vi avrei amata ; adesso il mio cuore è impegnato. Ma non importa, ci vedremo spesso perchè sono triste per l'altro mio amore e voi mi aiuterete a consolarmi."
Sorridevo fra me, pensando a questa conversazione perchè in quel modo avrei dato ad Andree l'illusione di non amarla veramente. Così non si sarebbe stancata di me e io avrei approfittato con gioia e dolcemente della sua tenerezza.

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