venerdì 3 ottobre 2008

RIFLESSIONI DI RILKE

“Lei è così giovane, così nuovo a ogni inizio, e io vorrei pregarla come posso, caro signore, di essere paziente verso tutto l'insoluto del suo cuore, e di tentare di amare le domande stesse come stanze chiuse, e come libri scritti in una lingua molto estranea. Non cerchi ora le risposte, che non possono esserle date perché non le potrebbe vivere. Mentre si tratta appunto di vivere tutto. Ora viva le domande. Forse così a poco a poco, insensibilmente, si troverà un giorno lontano a vivere la risposta”.
“Perciò, caro signore, ami la sua solitudine, e porti il dolore che essa le procura con melodioso lamento”.
“Se non vi è comunione tra gli uomini e lei, cerchi di stare vicino alle cose, ed esse non la abbandoneranno; ancora vi sono le notti e i venti, che soffiano tra gli alberi e su molti paesi; ancora, tra le cose e gli animali, tutto è pieno di eventi, ai quali le è concesso avere parte”.
“ Pericolose e cattive sono le tristezze che portiamo tra la gente, per sopraffarle; come malattie trattate in modo superficiale e sciocco, esse non fanno che arretrare per erompere, dopo una breve pausa, tanto più virulentemente; e si ammassano nell'intimo e sono vita, sono vita non vissuta, svilita, perduta, di cui si può morire”.
“Per questo è così importante essere solitari e attenti, quando si è tristi: perché l'istante in apparenza vuoto e fermo in cui il nostro futuro accede a noi, è tanto più vicino alla vita di quell'altro momento chiassoso e casuale in cui esso, come da fuori, sopravviene”.
“Perché vuole escludere dalla sua vita una qualche irrequietezza, una qualche pena, una malinconia, se ignora cosa tali stati d'animo stiano operando in lei?”.
“ Se qualcosa nei suoi stati d'animo le appare malato, rifletta che la malattia è il mezzo con cui un organismo caccia l'intruso. Dunque bisogna solo aiutarlo a essere malato, a vivere tutta la malattia e a farla erompere, poiché questo è il suo progresso”.
La sua crescita è dolorosa come quella dei fancuilli e malinconica come l'inizio delle primavere. Non si lasci turbare da questo. E' necessaria una cosa sola: solitudine, grande solitudine interiore. Volgere lo sguardo dentro sè e per ore non incontrare nessuno: questo bisogna saper ottenere.
Questo progresso trasformerà l'esperienza dell'amore, che adesso è piena d errore, la cambierà dalla radice, la muterà in una relazione che è intesa da uomo a uomo, non più da maschio a femmina. E questo amore più umano (che si compirà infinitamente attento e lieve, e buono e chiaro nel legare e sciogliere) somiglierà a quello che noi lottando e con fatica andiamo preparando. L'amore che consiste in questo:che due solitudini si proteggano,si limitino e si inchinino l'uno dinanzi all'altra.
"LETTERA AD UN GIOVANE POETA" DI R.M.RILKE EDITO DA MONDADORI

1 commento:

Anonimo ha detto...

Queste lettere sono così dense...è stata una rivelazione.

Giuseppe