venerdì 30 dicembre 2011

AVERE L'AMORE CHE SI DESIDERA


Disse la giovane donna: «Avrò l'amore che desidero, un amore infinito, e non chiederò se mi ama poiché sempre e solo darò il mio amore.»

Disse l'uomo maturo: «Avrò l'amore di una sola donna, bella che mi aprirà il cuore, e scavalcherà le mie paure e picchierà sul mio muro.»

Disse il vecchio: «Per oltrepassare l'asticella dobbiamo porla all'altezza delle nostre gambe. Se la porremo a due metri sopra di noi allora è per non arrivare mai a superarla.»

lunedì 26 dicembre 2011

LE DONNE DIFFICILI

Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare..
ma non lo danno a chiunque.
Quelle che parlano quando hanno qualcosa da dire.
Quelle che hanno imparato a proteggersi e a proteggere. Quelle che non si accontentano più.
Sono le donne difficili, quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente, quelli buoni da quelli no.
Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore.
Quelle che non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena.
Quelle che vale la pena.
Sono le donne difficili, quelle che sanno sentire il dolore degli altri.
Quelle con l'anima vicina alla pelle.
Quelle che vedono con mille occhi nascosti.
Quelle che sognano a colori.
Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro.
Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore, danno sapore alla vita.
(Alma Gjini)

IL NON DETTO IN AMORE

Non Ti Ho Detto

Di non sfuggire a me
Mi troverai come una sorgente
Ovunque vai in quel miraggio

Persino se mi abbandoni
Con rabbia per centomila anni
Alla fine ritornerai
Visto che sono la tua casa finale.

Non ti ho detto
Di non essere ingannato con
I lustrini nella vita
lo sono la tua realizzazione finale.

Non ti ho detto
Che sono il mare e tu sei il pesce piccolo
Meglio che rimani con me
Di non avventurarti sulle sponde secche.

Non ti ho detto
Di non andare verso la trappola
Come l'uccello allettato dall'esca
Ritorna da me, sono la tua forza illimitata.

Non ti ho detto
Altri spegneranno il tuo fuoco
Rimani con me chi ti mettero'à
In fiamme e scaldero'à la tua anima.

Non ti ho detto
Altri ti deluderanno
Perderai la fonte
Di conforto che ti ho trovato.

Se sei illuminato tramite
La lanterna del tuo cuore
Guidandoti verso la casa di Dio
Guardami, potrei essere la strada.

Jalal-ud-Din Rumi

domenica 9 ottobre 2011

IL DOLORE DI CHI LASCIA O ABBANDONA

da un mio estimatore ricevo il seguente filmato con relativa tradizione e commento:
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Buongiorno Professore. Il protagonista, sta prendendo la decisione di lasciare la sua donna e fa un discorso immaginario tra sè, rivolgendosi a lei: "Cara Katherine, ho deciso di lasciarti. Voglio dirti la verità, ma nella privacy della tua casa..."

Forse sta via...ggiando verso la sua casa e si prepara il discorso. Prosegue con altre frasi abbastanza consuete che immagino possano essere pensate e forse non sempre poi pronunciate da chi decide di abbandonare.

"A volte sento di esplodere... faccio finta di divertirmi... Ci eravamo promessi di non avere un legame, ma abbiamo un legame... Tu mi togli l'aria... Addio Katherine, vorrei averti amato."

Frasi abbastanza spietate, direi, come quelle che pensiamo ma poi non pronunciamo o diciamo con parole diverse.

Poi appare il palloncino. Il protagonista tenta di prenderlo perchè c'è attaccato un messaggio, ma riesce a farlo solo dopo averlo fatto involontariamente esplodere e spaventandosi.

Quando inizia a leggere il messaggio, la frase è la stessa frase d'inizio della sua immaginaria e non scritta lettera:

"Cara Katherine, ho deciso di lasciarti. Voglio dirti la verità, ma nella privacy della tua casa..."

Legge le sue stesse parole e si spaventa della loro crudezza.

Mi è piaciuto perchè mostra il dolore e il disagio di chi si sente in trappola e sta per lasciare, anch'egli soffrendo, senza poi sapere se effettivamente lo farà.

Mi piacciono le immagini, le pozzanghere, la strada che sembra un percorso obbligato con quella doppia linea continua ma da cui ad un certo punto il protagonista svolta. Mi piacciono la spiaggia con i resti di grandi alberi caduti o tagliati. Mi piace il palloncino, immagine per me di ciò che sfugge ed al tempo stesso è fragile. Cosa possa rappresentare lascio a Lei dire.

Credo di non aver mai visto così ben rappresentato il disagio di chi desidera uscire da una relazione, è piuttosto inconsueto e raro.

Spero sia piaciuto anche a Lei e che possa trovarlo utile per il suo lavoro.

con molta stima



























sabato 13 agosto 2011

L'AMORE SI RICONOSCE DAL DESIDERIO DI DORMIRE INSIEME

"Per loro la finalità dell'amore non era il piacere bensì il sonno che ne seguiva. Soprattutto lei non riusciva ad addormentarsi senza di lui. Tra le sue braccia, anche agitatissima, si addormentava sempre. Lui le sussurrava favole che inventava per lei, piccole sciocchezze, parole ripetute monotonamente, rassicuranti o scherzose.
Tomáš si diceva: fare l'amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L'amore non si riconosce dal desiderio di fare l'amore (desiderio che si applica a un'infinita di donne) ma dal desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a una sola donna)" M. Kundera

sabato 30 luglio 2011

L'ETERNA DOMANDA DELL'AMANTE: "MI AMI ?"

- Mi ami?

- Ma sì, ti amo - rispondeva lui.

- Molto?

- Certo!

- Non ne hai amate altre, dimmi?

- Ma credi di avermi preso vergine? – rispondeva lui ridendo.

Emma piangeva ed egli si sforzava di consolarla infiorando con qualche freddura le sue proteste d’amore.

- Oh! E’ perché ti amo! – ripeteva lei. – Ti amo fino a non poter più fare a meno di te, sai? Qualche volta mi prende un tale desiderio di vederti, che mi sento straziare da tutte le furie dell’amore. Mi domando: <>. Oh! No, vero? Non ti piace nessuna? Ce ne sono di più belle, ma io, io so amare meglio! Sono la tua serva e la tua concubina! Tu sei il mio re, il mio idolo! Sei buono! sei bello! sei intelligente ! sei forte!

Egli aveva sentito dire tante volte quelle cose, che ora non vi trovava più nulla di originale. Emma somigliava a tutte le altre amanti, e il fascino della novità, cadendo poco a poco come un vestito, lasciava vedere a nudo l’eterna monotonia della passione, che ha sempre le stesse forme e lo stesso linguaggio. Non distingueva, quell’uomo tanto pratico, la diversità dei sentimenti sotto l’eguaglianza delle espressioni. Poiché labbra libertine o venali gli avevano mormorato frasi simili, credeva assai poco al candore di quelle di Emma. Non bisognava dar troppo peso, pensava, ai discorsi esaltati che nascondono gli affetti mediocri: come se la pienezza dell’anima non traboccasse talvolta con le più vuote metafore, perché nessuno mai sa dare l’esatta misura dei propri desideri, dei propri concetti, dei propri dolori, e la parola umana è come una caldaia di rame spaccato, su cui suoniamo melodie buone a far ballare gli orsi, mentre vorremmo intenerire le stelle.
(tratto da "Madame Bovary" di Flaubert)

lunedì 6 giugno 2011

IL DIRITTO DI ILLUDERSI NEL RAPPORTO D'AMORE

Siamo stati abituati a classificare la realtà con una terminologia  semplicistica ed univoca e a considerare l'amore soltanto come il luogo dell'estasi,della pacificazione,della totale comprensione;e la morte un'eterna nemica,testimone di uno scacco infinito,prova dell'assurdo che regola l'intero ciclo delle esistenze. E,sempre in questa prospettiva che con il tempo scopriamo angusta e inadeguata,i sentimenti non possono che dividersi in buoni e cattivi.
Stando così le cose,le azioni sarebbero sufficienti a fornirci la misura di un essere umano e la superficie delle parole basterebbe a darci la comprensione della voce che le pronuncia.
In questa giostra dei luoghi comuni e delle rassicuranti univocità,si colloca il sentimento amoroso che,inaspettatamente,spicca tra gli altri e se ne distingue.Senza dubbio vi è qualcosa di incomprensibile nell'esperienzaamorosa; l'oggetto del desiderio non si lascia ridurre,esaurire,banalizzare nel rapporto.
Nel momento in cui si incontra questa dimensione,tutto il mondo,che ci sembrava familiare,d'un tratto assume una diversa fisionomia.Il cambiamento maggiore avviene nel nostro modo di "sentire"le cose della vita:noi vediamo con occhi diversi.
Quando amiamo,l'energia che ci pervade deriva da nuove forze che ci conducono in una dimensione estranea,diversa da quella dei periodi in cui non amiamo.
E nessuno può amare pensando che quell'amore finisca,nessuno può amare pensando di morire o che quella esperienza sia limitata nel tempo.
Ecco perché è profondamente giustificata,allorché quel rapporto si spezza, la nostalgia,la sofferenza per qualcosa che è andato davvero perduto,in quanto nessun nuovo incontro potrà ridare vita a quella realtà.La sofferenza vera la conosciamo soprattutto in queste circostanze,è una scoperta,una rivelazione:
ora sappiamo che è l'unica cosa certa e pensiamo che essa non possa avere termine, esattamente come fino a poco tempo prima pensavamo che non potesse finire l'amore.
Qualcuno potrebbe rimproverarci dicendoci che avremmo dovuto prevedere la fine del sentimento,ma come avremmo mai potuto saperlo o immaginarlo?Non potremmo amare se lo sapessimo,se soltanto ipotizzassimo la caducità dell'esperienza amorosa.Con tutte le nostre forze,invece,nel momento in cui transitiamo per questa esperienza dobbiamo avere il coraggio di illuderci.
Penso che non esista età che non ci permetta di illuderci,perché è la struttura stessa di questo sentimento che suggerisce la sensazione dell'eternità.Basti solamente pensare ai ricordi,alla possibilità di rievocare i momenti lieti e di provare nuovamente,sia pure attutita dalla lontananza nel tempo e nello spazio,quella pienezza interiore che la persona amata sapeva regalarci,per avere una prova che nessun amore è mai stato inutile,dal momento che ci ha lasciato questa piccola ma preziosa rendita sentimentale.
Ma soprattutto,per quanto rancore possiamo sentire verso la persona che ci ha
causato tanta sofferenza,dobbiamo riconoscere che quel rapporto finito sia ancora presente in noi,in quello che ha fatto di noi, nel nostro essere cresciuti, maturati,trasformati.
E' vero,la fine di quella relazione ha comportato il prendere atto della nostra incompletezza;e questo è un vissuto doloroso,perché ci inchioda all'inadeguatezza,all'impossibilità di sentirci pieni e di essere inseriti nella dimensione dell'eterno senza una persona accanto.
Ma è anche,in assoluto,una conquista;e va ascritto a merito dell'amore questo farci vivere in prima persona il senso della nostra imperfezione che,come sappiamo,la rottura del rapporto ci ripropone.
Si potrebbe parlare di crudeltà dell'esistenza,ma nel momento in cui siamo testimoni e succubi di una devastazione interiore,la vita ci offre una chance che non dobbiamo lasciarci sfuggire:noi dobbiamo andare sino in fondo a questo vissuto,perché si tratta di uno di quei momenti che ci fanno capire, che ci fanno realmente conoscere chi siamo.
ALDO CAROTENUTO

venerdì 8 aprile 2011

NON POSSO VIVERE CON LEI, NON POSSO VIVERE SENZA DI LEI

Edward: Adesso capisco perchè volevo che mia moglie tornasse.
Era a causa di quello in cui mi aveva trasformato.
Non eravamo insieme da quindici minuti che già sentivo, e ancora più acutamente, anzi, forse per la prima volta acutamente, la totale oppressione, l'irrealtà del ruolo che mi aveva sempre imposto con la forza ostinata, inconscia, subumana che sanno avere certe donne.
Senza lei era il vuoto.
Quando pensai che mi aveva lasciato, io incominciai a dissolvermi, a cessare di esistere.
Ecco cosa mi aveva fatto!
Non posso vivere con lei: è intollerabile, adesso; non posso vivere senza di lei, perchè mi ha reso incapace di un'esistenza autonoma.
Ecco cosa mi ha fatto in cinque anni insieme!
Ha fatto del mondo un luogo in cui io non posso vivere se non nei suoi termini.
T.S. Eliot - The Cocktail Party

mercoledì 9 febbraio 2011

RIFLESSIONI PER SAN VALENTINO

“Mio caro Friedrich, ho dovuto fare l’esperienza che non c’è davvero nulla di più arduo che amarsi. È un lavoro, un lavoro a giornata, Friedrich, a giornata. Com’è vero Dio, non c’è altro termine.
Come se non bastasse, i giovani non sono assolutamente preparati a questa difficoltà dell’amore; di questa relazione estrema e complessa, le convenzioni hanno tentato di fare un rapporto facile e leggero, le hanno conferito l’apparenza di essere alla portata di tutti. Non è così.
L’amore è una cosa difficile, più difficile di altre: negli altri conflitti, infatti, la natura stessa incita l’essere a raccogliersi, a concentrarsi con tutte le sue forze, mentre l’esaltazione dell’amore incita ad abbandonarsi completamente...
... Prendere l’amore sul serio, soffrirlo, impararlo come un lavoro: ecco ciò che è necessario ai giovani. La gente ha frainteso il posto dell’amore nella vita: ne ha fatto un gioco e un divertimento, perché scorgono nel gioco e nel divertimento una felicità maggiore che nel lavoro; ma non esiste felicità più grande del lavoro, e l’amore, per il fatto stesso di essere l’estrema felicità, non può essere altro che lavoro. Chi ama deve cercare di comportarsi come se fosse di fronte a un grande compito: sovente restare solo, rientrare in se stesso, concentrarsi, tenersi in pugno saldamente; deve lavorare deve diventare qualcosa”.
(Da una lettera del poeta Rainer Maria Rilke ad un giovane amico)

martedì 11 gennaio 2011

RELAZIONI DI AMORE-ODIO

A meno che e fintanto che non accedete alla frequenza di consapevolezza della presenza, tutte le relazioni umane, e in particolare quelle intime, saranno profondamente imperfette e in definitiva disfunzionali.
Potranno sembrare perfette per un po’, come quando siete “innamorati” , ma inevitabilmente questa apparente perfezione verrà sconvolta quando avranno luogo con frequenza crescente litigi, conflitti, insoddisfazioni e violenze emozionali e perfino fisiche.
Sembra che la maggior parte delle “relazioni d’amore” diventi relazione di amore-odio entro breve tempo.
L’amore può allora in un batter d’occhio trasformarsi in attacchi selvaggi, sentimenti di ostilità o in una completa rinuncia all’affetto.
E’ considerato normale. Allora il rapporto per qualche tempo, mesi o anni, oscilla fra le polarità dell’ “amore” e dell’ “odio” e fornisce piacere e dolore in egual misura. Non è insolito per le coppie diventare dipendenti da questi cicli.
Il loro dramma le fa sentire vive. Quando l’equilibrio fra le polarità positiva e negativa va perduto e i cicli negativi, distruttivi, si ripetono con frequenza crescente, il che tende ad avvenire presto o tardi, allora entro breve tempo la relazione crolla definitivamente.
………………………..
il lato negativo di un rapporto affettivo è naturalmente più facile da riconoscere come disfunzione rispetto al lato positivo.
Ed è anche più facile riconoscere la fonte della negatività nell’altra persona piuttosto che vederla in se stessi.
Può manifestarsi sotto varie forme: ossessività, gelosia, controllo, chiusura in se’ stessi e risentimento inespresso, bisogno di avere ragione, insensibilità, esigenze emotive e manipolazione, impulso a litigare, criticare, giudicare, biasimare oppure attacco, collera, vendetta inconsapevole per il dolore passato inflitto da un genitore, rabbia e violenza fisica.
Dal lato positivo voi siete “innamorati” dell’altra persona.
Questo è dapprima uno stato profondamente soddisfacente. Vi sentite intensamente vivi. La vostra esistenza è all’improvviso diventata significativa perché qualcuno ha bisogno di voi, vi vuole e vi fa sentire speciali, e voi fate lo stesso nei suoi confronti.
Quando siete assieme, vi sentite completi.
Questa sensazione può diventare tanto intensa che il resto del mondo sbiadisce e diventa insignificante.
Tuttavia avrete forse notato che in tale intensità vi sono un senso di bisogno e una qualità di attaccamento.
Diventate dipendenti dall’altra persona, che agisce su di voi come una droga. Siete “su di giri” quando la droga è disponibile, ma perfino la possibilità che tale persona possa non esserci più per voi può condurvi a gelosia, ossessività, tentativi di manipolazione attraverso ricatti emotivi, biasimo e accuse: paura della perdita. Se l’altra persona vi lascia, questo fatto può far nascere la più intensa ostilità o l’afflizione o la disperazione più profonda. In un attimo la tenerezza affettuosa può trasformarsi in un attacco selvaggio o in un dolore orribile.
Dov’è finito l’amore? L’amore può trasformarsi nel suo contrario in un attimo?
Era amore in primo luogo o soltanto un attaccamento dovuto alla dipendenza?
Tratto da : "Il potere di adesso" di Eckhart Tolle

lunedì 10 gennaio 2011

IL MIO AMORE E ' COME UNA ROSA UNICA AL MONDO

" Và a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto. ".

Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.

" Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente. " disse.

" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe: non era che una volpe uguale a centomila altre, ma ne ho fatto il mio amico ed ora per me è unica al mondo. ".

E le rose erano a disagio.

" Voi siete belle, ma siete vuote. " disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi. Perché è lei che ho innaffiato. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa. " e ritornò dalla volpe.

" Addio. " disse.

" Addio. " disse la volpe. " Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi. ".

" L'essenziale è invisibile agli occhi. " ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che l'ha resa così importante. ".

" E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

" Gli uomini hanno dimenticato questa verità, ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"

" Io sono responsabile della mia rosa…" ripetè il piccolo principe per ricordarselo.



Amore mio, mio piccolo principe, grazie per avermi addomesticata.
(TRATTO DA 'IL PICCOLO PRINCIPE')