Blog del sito www.maldamore.it inerente le riflessioni sull'amore elaborate nei campi della letteratura, della poesia, della filosofia e della psicologia
giovedì 29 novembre 2012
"A volte mi capita. Così, all’improvviso, il senso di inquietudine mi pervade. Mi sento come una bambina che ha smarrito la strada di casa e deve ritrovarla. Allora, so che tocca a me aiutarla. Da donna che sono diventata, le vado incontro e la prendo per mano. Conoscendola, so che la mia mano la sta già rassicurando, ma non è abbastanza. Allora mi fermo e l’abbraccio. L’abbraccio in modo che senta l’amore infinito che nutro per lei. Ha bisogno esattamente di questo la bambina che è in me. Perché adesso, finalmente, sorride." Serena Santorelli
NON PUOI PIU' FARE NIENTE
Arriva, infine, quel momento in cui non puoi più fare niente.
Lo hai già pregato, implorato.
Lo hai già chiamato a ogni ora del giorno e della notte.
Hai già denigrato te stessa dandogli sempre ragione, dandogli sempre tutto di te, dandogli
baci fastidiosi per la sua faccia, dandogli il tuo corpo quando non era nemmeno tutto quello che desiderava.
Hai già fatto tutto.
Lo hai perdonato.
Lo hai insultato.
Lo hai compreso.
Lo hai picchiato.
Lo hai amato come una cretina.
Lo hai accarezzato.
Ti sei mostrata forte.
Ti sei mostrata debole.
Ti sei fatta vedere allegra.
Hai pianto tanto.
Hai già fatto tutto, ed è arrivato quel momento in cui una chiamata non è più un’opzione plausibile, un messaggio non è più una possibilità tangibile.
Non puoi più fare niente e ti senti male e ti viene da urlare perché non puoi, non puoi non fare niente, non puoi non sentire la sua voce, non puoi non trovare più una scusa per vederlo.
Non puoi più fare niente, che forse è l’unico modo per tornare a respirare, a vedere, a vivere.
- Susanna Casciani -
Si dice che l'amore è cieco. Ma lo è veramente? In realtà niente al mondo ha buona vista quanto l'amore. Cieco non è l'amore, bensì il legame, l'attaccamento. L'attaccamento è la condizione di uno che si aggrappa, che si avvinghia, nella falsa persuasione che una cosa o una persona sia indispensabile alla sua felicità. - Anthony De Mello -
mercoledì 21 novembre 2012
L'AMORE MATURO
L’amore maturo è una unione che mantiene intera la propria identità: il vero amore fa sì che due esseri diventino “uno” rimanendo “due”.
Spesso non è così. Infatti si creano situazioni di “simbiosi” (cioè in cui uno vive dell’altro) che ingenerano o situazioni di “dominio” o di “sudditanza”, in cui quello che appare “forte” ha bisogno del “debole” per darsi una identità e viceversa (in termine tecnico si indicano come simbiosi sadiche e masochiste).
Invece l’amore non vive dell’altro (cioè lo “succhio” per nutrimene) bensì vive per l’altro: si dona all’altro. In altre parole non è un’esperienza “passiva” ma un’esperienza “attiva”.
L’amore perciò si può definire come una attività interiore dell’uomo, cioè che “produce” e non è “prodotta”. L’amore è perciò libero e “realizza” la relazione. Questo la differenzia dalle passioni in cui la persona è “vittima” di una pressione esterna che la causa (“prodotta” appunto) che invece “consuma” la relazione.
Quindi l’amore maturo si può definire anche come: orientamento della persona verso il mondo dove l’uomo non “consuma” ma “realizza” dei rapporti.
Qual è lo strumento “produttivo” della persona?
Il “dare”.
Purtroppo il “dare” è un concetto che è stato caricato di sfumature ambigue da cui è necessario liberarsi. Il dare non è “cedere” o “privarsi” o “sacrificarsi”. Queste sono visioni infantili e immature di chi non ha ancora raggiunto una certa armonia con la propria interiorità: ci si comporta ancora in maniera passiva nei confronti della realtà.
Invece dare è la più alta espressione di potenza e di libertà dell’uomo. Nello stesso atto del dare io provo la mia forza e il mio potere su me stesso e sulla realtà. E questa percezione di vitalità mi riempie di gioia. Quindi c’è veramente più gioia nel dare che nel ricevere non perché è una privazione o un sacrificio, ma perché in quell’atto mi sento vivo, sono me stesso. Infatti chi dà in realtà non dà cose ma sé stesso. E anche nelle cose da sé stesso. Chi ama dà la propria gioia, il proprio interesse, il proprio umorismo, magari la propria tristezza, comunque manifestazioni di ciò che è vitale in lui.
Se l’amore si esprime così allora “produce” la relazione e genera reciprocità: “dare” significa fare anche dell’altra persona un essere che dà ed entrambi dividono la gioia di sentirsi vivi. Quindi l’amore maturo è una forza che produce amore.
Ma come si esprime il dare?
In quattro modi fondamentali:
premura, responsabilità, rispetto, conoscenza.
Sono virtù che fanno parte della personalità matura, cioè che ha superato i sogni narcisistici di onnipotenza ed ha acquistato l’umiltà dalla sua capacità di sentirsi vivo.
Premura
E’ l’interesse attivo per la vita e la crescita di ciò che amiamo. Una mamma che dice di amare il proprio pargolo ma si dimentica di dargli da mangiare ha un ben povero amore.
Responsabilità
E’ la risposta al bisogno espresso o inespresso di un altro: chi ama “risponde” perché la vita dell’altro lo riguarda.
Rispetto
La responsabilità da sola può sfociare in “dominio” ma chi ama rispetta. Non è timore ma vedere la persona come è (respicere = guardare) perciò desiderare che cresca e si sviluppi per ciò che è. Il rispetto però è possibile se io ho raggiunto l’indipendenza e l’autonomia, cioè se so stare in piedi da solo senza il bisogno di quella gruccia che il dominare su o dipendere da qualcuno.
Conoscenza
Come posso rispettare ciò che non conosco? Molti sono i gradi della conoscenza ma l’amore non è mai superficiale. Oltrepassare il limite della superficialità è possibile solo sono se riesco ad “annullarmi” di fronte all’altro per non filtrarlo attraverso i miei schemi e pregiudizi per vederlo come veramente è.
L'amore maturo.
da "L'arte di amare" di Erich Fromm
lunedì 19 novembre 2012
Avrei voluto mettermi a piangere forte, ma non potevo. Non avevo più l’età per versare lacrime, avevo fatto troppe esperienze. Esiste anche questo al mondo, la tristezza di non poter piangere calde lacrime. E’ una tristezza che non può prendere forma, si accumula quietamente nel cuore come la neve in una notte senza vento. Haruki Murakami
mercoledì 7 novembre 2012
“Ero intrappolata, ed erano le mie paure ad intrappolarmi. Alla base di tutto c’era il terrore di rimanere sola. A volte mi sembrava che avrei potuto accettare qualunque compromesso, sopportare qualunque ignominia, stare con qualunque uomo pur di non affrontare la solitudine. Ma perché? Che cosa c’era di così terribile nello star soli?” ....Erica Jong
domenica 4 novembre 2012
L'amore è sofferenza, pianto, gioia, sorriso. L'amore è felicità, tristezza e tormento. Non si ama con il cuore, si ama con l'anima che si impregna di storia, non si ama se non si soffre e non si ama se si ha paura di perdere. Ma quando ami vivi, forse male, forse bene, ma vivi. Allora muori quando smetti di amare, scompari quando non sei piu amato. Se l'amore ti ferisce, cura le tue cicatrici e credici...sei vivo. Alda Merini
CI SONO DUE UOMINI PER UNA DONNA
Ci sono due uomini nel mondo, che
costantemente m'incrociano la strada,
l'uno è colui che amo,
l'altro colui che mi ama.
L'uno è un sogno notturno
e abita nella mia mente buia,
l'altro sta alla porta del mio cuore
ed io mai gli apro.
L'uno mi ha dato un primaverile soffio
di felicità che subito dispariva,
l'altro mi ha dato tutta la sua vita
e non è stato mai ripagato di un'ora.
L'uno freme del canto del sangue
dove l'amore è puro e libero,
l'altro ha a che fare con il triste giorno
in cui affogano i sogni.
Ogni donna si trova tra questi due,
innamorata e amata e pura...
una volta ogni cent'anni può succedere
che essi si fondano in uno...
-Tove Ditlevsen-
costantemente m'incrociano la strada,
l'uno è colui che amo,
l'altro colui che mi ama.
L'uno è un sogno notturno
e abita nella mia mente buia,
l'altro sta alla porta del mio cuore
ed io mai gli apro.
L'uno mi ha dato un primaverile soffio
di felicità che subito dispariva,
l'altro mi ha dato tutta la sua vita
e non è stato mai ripagato di un'ora.
L'uno freme del canto del sangue
dove l'amore è puro e libero,
l'altro ha a che fare con il triste giorno
in cui affogano i sogni.
Ogni donna si trova tra questi due,
innamorata e amata e pura...
una volta ogni cent'anni può succedere
che essi si fondano in uno...
-Tove Ditlevsen-
Sabina: «Ci tiene realmente a me, dottore?» Jung: «Se non ci tenessi non riuscirei a curarla» Sabina: «No, voglio dire, ci tiene realmente a me dalla testa ai piedi? Lei mi ama, dottore?» Jung: «Tutti i casi clinici, in un modo o nell’altro, contengono un elemento d’amore.» dal film "Prendimi l'anima"
“ ..ma chi non possiede il cuore non può amare" […] " "Nonostante tutto, dichiarò lo Spaventapasseri, io chiederò ugualmente il cervello invece del cuore, perché uno stupido non saprebbe che farsene del cuore, se lo avesse.” “Io, invece, domanderò che mi sia ridato il cuore” replicò l’omino di stagno, “perché il cervello non basta a render felice una persona e la felicità è quello che conta di più al mondo. ” Il mago di Oz
giovedì 1 novembre 2012
Chiamiamo “idealizzazione” quella tendenza che falsa il giudizio,…come avviene ad esempio invariabilmente nel caso delle infatuazioni amorose, dove l'Io diventa sempre meno esigente, più umile, mentre l'oggetto sempre più magnifico, più prezioso, fino ad impossessarsi da ultimo dell'intero amore che l'Io ha per sé, di modo che, quale conseguenza naturale, si ha l'autosacrificio dell'Io. L'oggetto ha per così divorato l'Io. S.Freud
“ ..ma chi non possiede il cuore non può amare" […] " "Nonostante tutto, dichiarò lo Spaventapasseri, io chiederò ugualmente il cervello invece del cuore, perché uno stupido non saprebbe che farsene del cuore, se lo avesse.” “Io, invece, domanderò che mi sia ridato il cuore” replicò l’omino di stagno, “perché il cervello non basta a render felice una persona e la felicità è quello che conta di più al mondo. ” Il mago di Oz
"Nel rapporto con gli altri, chiediti sempre “se vale la pena”. Se vale la pena aspettarli, comprenderli, capire i loro silenzi. Giustificare i loro comportamenti, i loro allontanamenti. Chiediti fino a che punto sei disposto ad accettare tutto ciò. E non c’entra il bene che vuoi loro. È che tutto ha limite." G.De Felice
"Non ci sono uomini nella vita di Amélie. Ci ha provato un paio di volte, ma il risultato non è stato all’altezza delle sue aspettative. In compenso, coltiva un gusto particolare per i piccoli piaceri: tuffare la mano in un sacco di legumi; rompere la crosta della crème brulée con la punta del cucchiaino; e far rimbalzare i sassi sul canale Saint-Martin". Dal film "Il favoloso mondo di Amélie"
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