sabato 4 ottobre 2008

RIFLESSIONI DI GIOVANNI GENTILE

Amare è volere. Se amiamo ciò che ha pregio e risponde all'idealizzazione è perché quell'ideale non c'è e con l'amore lo vogliamo realizzare… . ora quello che noi vogliamo, appunto perché lo vogliamo, non c'è già al mondo. Noi non volgiamo la terra, ma il possesso della terra, ossia che la terra sia nostra, da noi posseduta, ed entrata a far parte della nostra vita. Allo stesso modo amiamo un essere spirituale o umano, una persona. La quale, amata da noi, è ricreata dal nostro amore.
...La persona amata è quella ricreata dal nostro amore. E' ricreata immediatamente e mediatamente: essa, cioè, è un nuovo essere per noi fin da quando prendiamo ad amarla; ma si fa realmente un essere sempre nuovo, si trasforma, continuamente in conseguenza del nostro amore, che agisce su di essa, conformandola a grado a grado sempre più energicamente al nostro ideale. Insomma, l'oggetto dell'amore, qualunque esso sia, non preesiste all'amore, ma è da questo creato. Vano quindi cercarlo con l'intelligenza astratta, che presume di conoscere le cose come sono in se stesse. Su questa via non può trovarsi se non la mancanza di ciò che si ama ed è degno d'essere amato. Si trova il difetto, il male, il brutto: ciò che non si amerà mai, perché, per definizione, è ciò che invece si odia.
Frammento di una gnoseologia dell'amore, Giovanni Gentile

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