Una volta 
avevo scritto che l’amore non esiste, e se esiste è un imbroglio: che 
significa amare? Ti amavo. Ti amavo al punto di non poter sopportare 
l’idea di ferirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, i
 tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue contraddizioni, il 
tuo corpo. E forse il tuo carattere non mi piaceva, nè il tuo modo di 
comportarti, però ti amavo di un amore più forte del desiderio, più 
cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, 
che ormai non potevo più concepire la vita senza te. Ne facevi parte 
quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello e rinunciare a te 
era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle 
tue illusioni che erano le mie illusioni, alle tue speranze che erano le
 mie speranze, alla vita! E l’amore esisteva, non era un imbroglio, era 
piuttosto una malattia, e di tale malattia potevo elencare tutti i 
segni, tutti i fenomeni. Se parlavo di te con gente che non ti conosceva
 o alla quale non interessavi, mi affannavo a spiegare quanto tu fossi 
straordinario geniale e grande; se passavo dinanzi a un negozio di 
cravatte e camice mi fermavo d’istinto a cercare la cravatta che ti 
sarebbe piaciuta. Un amore simile non era nemmeno una malattia..era un 
cancro! Un cancro che a poco a poco invade gli organi interni col suo 
moltiplicarsi di cellule, il suo plasma vischioso di male, e più cresci e
 più diventi cosciente che nessuna malattia può arrestarlo, nessun 
intervento chirurgico può asportarlo, forse sarebbe stato possibile 
quando era un granellino di sabbia, un chicco di riso, una vocina che 
grida, un amplesso mentre il vento fruscia tra i rami d’olivo. Ora 
invece non è possibile perchè ti ruba ogni organo, ti divora a tal punto
 che non sei più te stessa ma un impasto fuso con lui, un unico magma 
che può disfarsi solo con la morte, la sua morte che sarebbe anche la 
tua morte, così tu mi avevi invaso e così tu mi stavi divorando, 
ammazzando.
Oriana Fallaci 
 
 
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