"Poi chiedo: « Quando ci possiamo rivedere? »
Resta immobile a fissare l’asfalto prima di alzare lo sguardo verso di
me.
Le sue pupille stanno danzando una danza irrequieta, mi sembra
che le tremino le labbra. Poi mi pone un quesito sul quale sarei tornato
a rimuginare molto in seguito.
Mi dice: « Quanto puoi aspettare? »
Cosa avrei dovuto rispondere a quella domanda, Georg? Forse era un
trabocc...hetto.
Se avessi risposto « due o tre
giorni », mi sarei dimostrato troppo impaziente.
E se avessi
risposto « tutta la vita », avrebbe solamente creduto o che non mi
piacesse sul serio, o più semplicemente che io non fossi serio.
Dunque dovevo trovare una via di mezzo.
Dissi: « Posso aspettare
fino a quando il cuore non sanguinerà per il dolore»
Sorrise
incerta. Passò un dito sulle mie labbra.
Poi disse: « E quanto
tempo è? »
Scossi la testa sconsolato e scelsi di dire esattamente
come stavano le cose.
« Forse solo cinque minuti », risposi."
Jostein Gaarder
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